Monthly Archives: Dicembre 2021

Un’estemporanea

Un circo colorato invade un posto, il quale si è candidato con una promessa adrenalinica: di soldi e classifica. Questo circo itinerante poggia i cavalletti, le tele e le speranze di riuscita in un angolo. C’è competizione, la concentrazione allarga le distanze tra persone nelle ore dedicate al concorso pittorico, c’è un inizio e c’è una fine che non coincide sempre con la riuscita di un quadro, l’esperienza, la tecnica affinata, gli escamotage furbeschi per rendere il proprio lavoro selezionabile, riducono il tempo d’esecuzione. L’idea di un quadro viene dettata dal regolamento, ma il solito paesaggio con pennellate suadenti ed una cornice dai colori e misure vistose creano una suggestionabilità, poco incline al rifiuto ad opera dei giudici. Non esiste una discussione su un qualcosa che viene definito insindacabile; quindi discutere sul gusto della giuria valutante, diventa tautologia. Si accetta con rassegnazione, quando il risultato è avverso o si sviluppa una riconoscenza alle competenze giudicanti, quando il risultato ci premia. Simboleggia l’immagine della “gavetta’’ di quelle esperienze formanti, attraverso le delusioni e le fatiche, quelle regole progressive che la vedono come una fase preparativa e spogliata dal sospetto: di privilegio o scorciatoia. Un passo dovuto per lasciare una traccia, un’impronta di serietà o un vestito per coprire la vergogna, per dei sospetti di irregolarità, allineati al montepremi; Il procedere in un direzione, al di là dalla pesantezza di queste considerazioni e dare all’esperienza, il tono leggero e la direzione, come una pennellata risolutiva e sicura che accende un quadro.

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UNA SENSAZIONE

Una “senza azione’’, un attimo ti attraversa, elabori nell’istante in cui la provi, rielabori nel momento in cui la ricordi. Un immagine, una sintesi di immediatezza, la tensione, il colore il soggetto da ritrarre l’azione non deve essere manipolata da tensioni razionali, dall’obbligo pratico e dalle istruzioni nell’eseguire un lavoro pittorico. Deve rimanere tutto il processo in uno stato di concentrazione, deve’essere un velo posto sopra un divano di una seconda casa, che preserva in uno stato di sospensione quel divano e non lo inquina, non lo sporca con la realtà scandita dal tempo lineare ma rimane intrappolato nell’idea primigenia. Pronto ad essere scoperto, svelato ritrova tutta quella forza sospesa e si utilizza.

Daniele Falzarano

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Il lupo della steppa

Continuamente a noi l’ansia vitale dalle terrene valli sale e sale, ansia selvaggia, ebrezza in mille voci, fumo sanguigno di banchetti atroci, spasmodici piaceri senza fine, mani usuraie, supplici, assassine; l’umano sciame, in cupidigia e noia, un lezzo afoso e fracido vapora e, spirando il suo ardore e la sua foia, se stesso inghiotte e rece e ridivora, e cova guerre e arti, e d’illusioni adorna il lupanare tutto brace, e gozzoviglia e fornica vorace nel vivido piacer dei baracconi, mondo infantil che per ognun dall’onda sorge e ognun nel fango risprofonda.

Ma noi per contro c’incontrammo al gelo dell’etere dagli astri folgorato; non i giorni, non l’ore ci fan velo: siam uomo? donna? vecchio o neonato? Le vostre angosce, le ansie e i peccati, dell’assassin le sensuali ebbrezze noi contempliamo dalle nostre altezze come i soli rotanti e illimitati. Muti approviamo il fremer della vita, muti assistendo delle stelle al gioco beviamo l’aura fredda e infinita e siam affini al celeste fuoco.

GLI IMMORTALI. HERMANN HESSE

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